paio di capelli, fissati a un gancio

Gli oggetti „sconosciuti“

Nell'allestimento del Museo della Farmacia, oltre agli oggetti conosciuti e già commentati, vengono alla luce talvolta anche altri oggetti di cui non è chiara l'origine o la funzione nella storia della farmacologia.

Sarebbe estremamente gradito se poteste aiutarci a scoprirlo.

Recapito
Dott. Oswald Peer
Associazione recipe! ODV
Via Ponte Aquila 4
39042 Bressanone
contact@museofarmacia.it

Casi risolti

Dr. Dean Nuss ci ha scritto:

Un oggetto simile si trova al Museo Galileo. È descritto come segue:

Armatura della calamita. Le calamite naturali erano spesso "armate", venivano cioè imbrigliate con fasce di ferro disposte in modo adeguato per aumentare la forza di attrazione. In termini moderni, le fasce concentrano le linee di forza del campo magnetico. La tecnica di armare le calamite per concentrare la forza magnetica risale al XVI secolo ed è descritta da William Gilbert (1544-1603) nel De Magnete (Londra, 1600)

Magnet

Casi risolti

La signora Sandra Boesso dall'Università di Padova ci ha scritto:

"Abbiamo effettuato l'analisi del suo "oggetto sconosciuto" e risulta essere idrocerussite al 75% e plumbonacrite al 25% con impurezze trascurabili. Si tratta di due idrossicarbonati di piombo e la possibile provenienza può essere da qualche giacimento e/o miniera. La caratterizzazione finale è stata effettuata dal Dr. Federico Zorz."
 

Casi risolti

Il professor Marcus Plehn di Brackenheim (Germania) ci ha scritto:

"I peli scuri visibili nella riproduzione sono senza dubbio la lanugine di certe felci che, nel periodo tra Ottocento e Novecento, era utilizzata come emostatico anche sotto la denominazione di Penghawar Djambi. La droga nota anche con il nome di "peli stiptici" proveniva dall'Indonesia. Dal punto di vista botanico si tratta della peluria alla base delle foglie del cibozio (cibotium barometz), felce della famiglia delle ciatacee."

 

15-11-2014 Mario Pagnanelli ci ha scritto:
Volevo fare una piccola correzione in relazione al cibotio = peli vegetali del Penghawar djambi.
Il Penghawar si usa ancora, e finora non è stato ancora trovato niente di più per curare le alveoliti.